Quando la stanchezza uccide

Quante volte tornate a casa dal lavoro in macchina, stanchi, sicuri che cenerete e andrete dritti a letto senza nemmeno le energie per buttarvi sotto alla doccia? Quante volte avete visto la macchina davanti a voi sbandare, anche impercettibilmente, per pochi istanti? E quante volte il telegiornale riporta incidenti fatali dovuti a un colpo di sonno?

Per salvarci la pelle, a volte, dobbiamo fermarci: per questo è importante saper riconoscere i segnali della stanchezza, soprattutto quando siamo alla guida.

UBRIACHI AL VOLANTE? NO, GRAZIE

Partiamo da un dato di fatto: non possiamo vivere senza sonno. Mediamente, il nostro organismo necessita di circa 7-8 ore al giorno di sonno. Non dormire abbastanza e mettersi alla guida, significa andare incontro a difficoltà di attenzione, a tempi di reazione rallentati, a fare pensieri più lenti e confusi, ad un controllo della velocità irregolare e sterzate approssimative.

Avete mai sentito l’espressione “essere ubriachi di sonno”? Quando siamo molto stanchi abbiamo quasi la stessa sensazione che si prova dopo aver bevuto molto.

In effetti, dopo 18 ore svegli, la performance di una persona stanca è paragonabile a quella di una persona con una concentrazione di alcol nel sangue pari allo 0,05%, limite legale massimo per guidare nella maggior parte dei Paesi dell’Unione Europea.

Dopo 22 ore svegli, invece, la nostra performance si riduce al pari di quella di una persona con una concentrazione di alcol nel sangue dello 0,10%, ben 2 volte il limite legale consentito!

LE STATISTICHE INSEGNANO

Tutta questa stanchezza non porta a nulla di positivo e spesso (più di quanto pensiamo), è causa di incidenti stradali.

Ecco alcune verità da tenere a mente, che le statistiche ci insegnano:

  • L’affaticamento e la stanchezza al volante provocano oltre il 20% degli incidenti in autostrada e sono la causa più frequente degli incidenti mortali degli autisti di camion.
  • Autisti stanchi hanno 3 volte più probabilità di avere incidenti mortali o con ferite gravi.
  • Molti incidenti si verificano vicini alla destinazione: il viaggio verso casa è un momento ad alto rischio di colpi di sonno. Ci rilassiamo e distendiamo naturalmente dopo una lunga giornata e quando ci si avvicina a casa, inviamo al corpo il segnale che abbiamo scampato il pericolo e ci si può addormentare con sicurezza.

LA PERCEZIONE DELLA STANCHEZZA

Diversi fattori contribuiscono al nostro grado di percezione della stanchezza, da alcune caratteristiche personali come il cronotipo, cioè se siamo persone mattiniere o notturne, al bisogno di sonno: abbiamo detto che la maggior parte delle persone hanno bisogno di circa 7-8 ore di sonno al giorno, ma alcuni di meno, come 6 ore, altri, invece, di più, addirittura 9.

Possono influire anche  alcune condizioni di salute e le medicine usate
per il trattamento, che potrebbero disturbare la quantità e la qualità del nostro sonno.

Un altro fattore importante è l’età: i giovani tra i 18 e i 24 anni e gli over 40 sono i più esposti al rischio; i primi per uno stile di vita meno regolare, gli ultimi per l’eccesso di confidenza che subentra nelle proprie capacità di resistenza.

Gli eccessi, in genere, non aiutano molto: il sovrappeso, l’eccesso di cibo, che richiama il flusso sanguigno verso il sistema digerente, a scapito del flusso verso il cervello; l’eccesso di alcol, che può indurre il sonno, e ne causa frequenti interruzioni nella seconda metà del periodo di riposo, quando gli effetti rilassanti della sostanza svaniscono. Senza contare che non si guida quando si beve!

Risente maggiormente degli effetti della stanchezza chi appartiene ad alcune categorie professionali come i “turnisti”, anch’essi soggetti ad irregolarità negli orari di sonno; chi, quando dorme, russa sonoramente, il russare, infatti, provoca delle apnee (sospensioni del respiro) che spezzano il sonno, rendendo il soggetto più stanco al risveglio.

E ancora, chi soffre di disturbi del sonno, come insonnia, tendenza ad assopirsi in situazioni diverse, irresistibile impulso a dormire, l’apnea ostruttiva del sonno, che affligge il 5% della popolazione globale e almeno il 20% dei camionisti.

RIMEDI DI BREVE DURATA

Molte delle credenze che abbiamo su cosa possa tenerci svegli alla guida, sono falsi miti, che garantiscono effetti solo nel breve termine e non risolvono il nostro impellente bisogno di sonno.

Prima fra tutti la caffeina, uno stimolante che va usato strategicamente per aumentare la vigilanza, ma da evitate quando siamo già “svegli”. Le persone sono molto diverse nella loro sensibilità alla caffeina: questo dipende da diversi fattori, come la dimensione del corpo, se prima dell’assunzione abbiamo mangiato o no e quanto è l’uso regolare a cui siamo abituati. In persone molto sensibili, l’effetto stimolante della caffeina può durare fino a 10 ore, ma ci vogliono comunque dai 15 ai 45 minuti perchè abbia effetto. Dopodichè, rimane tipicamente nel sistema per circa 3-5 ore, ma aumenta l’attenzione solo per un’ora circa .

Bisogna fare attenzione anche ai medicinali: dalle “pillole del sonno”, da assumere sotto la supervisione del medico, che possono favorire il sonno ma i cui effetti possono durare troppo a lungo e renderci assonnati anche di giorno; ai medicinali da banco che si assumono per raffredore, influenza, allergie, mal di mare, ansiolitici, antidolorifici, rilassanti muscolari, che spesso contengono componenti che favoriscono il sonno e possono avere effetti collaterali.

Bagnarsi il viso con acqua fredda o esporlo ad un flusso di aria (aprendo il finestrino o accendendo l’aria condizionata) sono un altro rimedio di breve durata, che aiuta a stare svegli solo per circa 10 minuti.

Alzare lo stereo è il male assoluto: non solo non ci sveglia, ma, anzi, alla lunga può procurare un affaticamento sensoriale che peggiora la situazione. Piuttosto, sintonizzate la radio su una stazione con programmi interessanti per voi, o che alterni musica, a dialoghi, e notizie che stimolino la nostra attenzione.

Infine, masticare la gomma, sgranchirsi le gambe, fumare, hanno un effetto di breve durata, che, nell’ultimo caso, ha come contropartita la diminuzione dell’apporto di ossigeno al cervello.

ALTERNATIVE INTELLIGENTI:

Ma, allora, cosa ci può aiutare a gestire o, addirittura, eliminare la stanchezza alla guida?

Guidare a turni può essere una carta vincente: se ci sono altre persone nel veicolo con voi, la soluzione più semplice è che chi non è stanco prenda il comando alla guida. Se pianificate bene il vostro viaggio prima di partire, potrete identificare le aree di sosta dove fermarvi durante il tragitto e scambiarvi al volante.

Ovviamente, se decideste di viaggiare con un mezzo di trasporto alternativo (treno, aero, pullman…) eliminereste il rischio di addormentarvi e fare un incidente!

Se siete costretti a guidare, evitate viaggi tra mezzanotte e le 6 del mattino: tra l’una e le quattro di notte, infatti, si registra il più forte calo dell’allerta. Non c’è niente da fare, siamo fatti per dormire di notte, è il nostro orologio biologico, sono i “ritmi circadiani” che scandiscono il nostro vivere. Non saremo mai svegli abbastanza per non cedere alla stanchezza.

QUANDO DOBBIAMO FERMARCI

Non siamo Superman: non abbiamo superpoteri come restare-svegli-qualsiasi-cosa-succeda-anche-per-5-giorni-di-fila-senza-mai-sbattere-le-palpebre, e per quanta determinazione possiamo avere, non ci impedirà di addormentarci.

Quando si è stanchi si tende a sopravvalutare il nostro grado di allerta e la nostra capacità di giudizio non è ottimale. Possono sorprenderci dei “microsonni”: brevi periodi di sonno che capitano quando siamo molto stanchi e possono durare dai 2 ai 20 secondi. I microsonni sono molto pericolosi in quanto assolutamente incontrollabili ed inevitabili.

Arriva un momento, quindi, in cui, per forza, dobbiamo fermarci.

Trovate difficile concentrarvi? Continuate a cercare la posizione sul sedile? La vostra testa ha preso a ciondolare? State combattendo per tenere gli occhi aperti? Avete difficoltà nella messa a fuoco? Sbadigliate frequentemente? STOP!

Vi rendete conto che tardate nel riassumere la posizione corretta nella corsia, o avete un’andatura ondeggiante tra le corsie? Avete difficoltà nel mantenere una velocità costante ed adeguata alle circostanze? Avete difficoltà nel ricordare che cosa è successo nei due minuti precedenti (ad esempio il contenuto del cartello appena oltrepassato, il tipo di veicolo incrociato poco prima)? Siete facilmente distraibili e formulate pensieri confusi?

In tutti questi casi, il miglior consiglio è fermarsi il prima possibile, siamo a rischio di incidente stradale!

Se non siete ancora arrivati a destinazione, parcheggiate in un’area sicura in cui sia consentita la sosta, telefonate a qualcuno che si aspetta di sapere dove siete o quando arriverete, fatevi una tazza di caffè ultrastrong e, mentre questo fa effetto, fatevi un pisolino di almeno 15-20 minuti.

Vi è mai capitato di pensare “Che cosa potrà mai succedere se chiudo gli occhi per un attimo”, un attimo solo? Ebbene, senza cibo si puà sopravvivere da 3 a 4 settimane; senza acqua, da 3 a 4 giorni; assonnati al volante… da 3 a 4 secondi!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *