“La metafora zoomorfa: un confronto inglese-italiano”: una tesi da 110 e lode, letteralmente.

Ecco la mia tesi di laurea, in linguistica inglese, dal titolo:

“La metafora zoomorfa: un confronto inglese-italiano”

Non solo facciamo continuo riferimento al regno animale, raccontando favole ai bambini, facendo terapia e sport con gli animali, ma strutturiamo il nostro modo di pensare e parlare intorno ad essi: siamo furbi come volpi, codardi come conigli, in base al grado della nostra intelligenza siamo aquile o asini ecc.

Il mio intento in questo lavoro è, appunto, cercare di capire più a fondo il significato di certe espressioni che utilizziamo ampiamente nella vita quotidiana e almeno tentare di indagare la loro origine.

Ad esempio, perché per dire che una persona non ci vede bene diciamo “cieco come una talpa”? La talpa è davvero cieca o si tratta di una credenza popolare senza fondamenta? E, in inglese, si usa lo stesso animale per veicolare lo stesso concetto?

 

La metafora zoomorfa un confronto inglese-italiano

1 commento

  1. Marco De Donno

    Sulla origine nella cultura occidentale della ben diffusa metafora riguardante la volpe, che se capisco bene a pag. 49 si fa risalire alla tradizione favolistica da Esopo in poi, segnalo che essa doveva essere già presente nella tradizione ben prima dell’epoca pienamente classica, come attesta un celebre frammento dal tono già gnomico del poeta greco di VII sec. a.C. Archiloco (ad un controllo sommario dovrebbe trattarsi del frammento 201, pervenuto tramite citazione in altra fonte letteraria) ove si contrappone la qualità tipica di quell’animale a quella del riccio (o dell’istrice).
    Tutto questo se non è troppo annebbiata la mia memoria lontana di vecchissimi studi liceali ed universitari.

    Ad maiora!

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