Perchè si dice in bocca al lupo

Come al solito, quando si cerca di risalire all’origine di espressioni popolari, è difficile trovare un momento preciso della storia in cui siano nate.

Cosa si nasconde dietro al comunissimo “in bocca al lupo”?

All’origine dell’espressione sembra celarsi un’antica formula di augurio rivolta per antifrasi ai cacciatori, alla quale si era soliti rispondere (e lo si è anche oggi), ‘Crepi!’ (sottinteso, chiaramente, il lupo).

Il detto, cioè, avrebbe un valore scaramantico: per scongiurare l’eventualità che avvenga qualcosa di spiacevole, lo si esprime sotto forma di augurio, come se dirlo avesse il potere di evitare il peggio.

L’augurio, dai cacciatori, si sarebbe col tempo esteso a tutti gli uomini in procinto di affrontare situazioni difficili o sfortunate.

Dunque, si augura tanta fortuna a chi sa di andare consapevolmente incontro a condizioni di grande svantaggio e pericolo.

Per quanto riguarda il valore del lupo in generale, nell’immaginario italiano il lupo corrisponde a un nemico violento e rapace che agisce allo scoperto, che suscita timore: è quindi simbolo del male, e di conseguenza della mala sorte.

Figurativamente parlando, andare proprio in bocca al lupo (dove c’è grande probabilità di farsi male) significa andare incontro ai guai.

Alcuni, invece, scomodano l’Antica Roma, attribuendo l’origine dell’espressione alla leggenda di Romolo e Remo che vengono salvati dalla lupa. In questo caso, andare in bocca al lupo (o meglio, alla lupa) non significa più cacciarsi nei guai, ma al contrario, esserne salvati.

Insomma, che siate salvati dai guai o che vi ci gettiate a capofitto… buona fortuna!

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *